Nel primo dopoguerra, tutte le scuole che avevano segnato la stagione della matematica in Italia vanno perdendo di rilievo, mentre emergono quelle di Roma e in misura minore di Bologna. Siamo però già in una situazione discendente, che continuerà fino al secondo dopoguerra, anche se non mancano importanti successi.
La politica culturale del fascismo accentuerà questo processo di involuzione, emarginando progressivamente e in modo sempre più deciso ogni voce autonoma. Vito Volterra, che rifiutò di pronunciare il giuramento di fedeltà al regime, viene espulso dall'Università nel 1932. Nel 1938, a seguito delle leggi sulla difesa della razza, i professori ebrei vengono privati della cattedra.
Dopo la guerra alla riconquistata libertà non corrisponde una vera discontinuità con il periodo precedente. Bisognerà attendere la promozione accademica di parte della nuova generazione, per un primo significativo rinnovamento nella comunità matematica.