I nuovi matematici


Verso il 1850 cominciò a emergere una nuova generazione di matematici, destinata a risollevare le sorti della matematica italiana. Tra questi spiccano Francesco Brioschi, Enrico Betti, e in misura minore Angelo Genocchi. Di idee liberali, parteciparono attivamente alle vicende del '48: Brioschi fu arrestato durante le cinque giornate di Milano, Betti combatté a Curtatone, Genocchi lasciò Piacenza e la professione di avvocato al ritorno degli austriaci.

Le origini del nuovo corso si possono far risalire all'Università di Pavia, dove insegnavano due matematici della generazione precedente: Vincenzo Brunacci e Antonio Bordoni. Con Brunacci, uno dei matematici più attivi del primo Ottocento, studiò Ottaviano Fabrizio Mossotti, che dopo varie vicissitudini venne chiamato a Pisa nel 1841, dove ebbe come allievo Enrico Betti. Sempre a Pavia, sotto la guida di Antonio Bordoni, si laureò nel 1845 Brioschi, e pochi anni dopo, allievi allo stesso tempo di Brioschi e di Bordoni, Luigi Cremona e Felice Casorati. Anche Eugenio Beltrami subì l'influenza di Brioschi.
scuola di Pavia

Ancor prima di conoscersi personalmente, Brioschi, Betti e Genocchi convennero sulla necessità di un rinnovamento della matematica italiana e sui mezzi per giungervi: inserirla saldamente in un contesto internazionale, intessendo rapporti con i maggiori matematici europei, leggendo le loro opere e facendo conoscere le proprie. Il primo passo venne compiuto nel 1857, quando i tre entrarono nella redazione degli Annali di scienze matematiche e fisiche, una rivista fondata da Barnaba Tortolini nel 1850, trasformandola in un periodico, il primo in Italia, dedicato esclusivamente alla matematica: gli Annali di Matematica pura e applicata.

L'anno successivo, accompagnati da Casorati che aveva sostituito all'ultimo momento Genocchi, Betti e Brioschi intrapresero un viaggio a Parigi, dove incontrarono Hermite e Bertrand, a Berlino, dove conobbero Weierstrass, Kronecker e Kummer, e a Göttingen, dove strinsero rapporti con Dirichlet, Dedekind e Riemann.


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