Gli Elementi d'Euclide ad uso de' ginnasi e de' licei, per cura dei professori Enrico Betti e Francesco Brioschi. - Firenze, Successori Le Monnier, 1867. - VIII, 268 p.; 18 cm.



L'Unità d'Italia si caratterizza nell'insegnamento secondario della matematica con il ritorno ad Euclide promosso in primo luogo da Betti e Brioschi:
dobbiamo lamentare - scrivevano nell'introduzione - che quell'inimitabile modello di logica e di chiarezza lasciatoci dai Greci negli Elementi d'Euclide sia stato pressoché abbandonato dalle nostre scuole, e siano invece introdotti e raccomandati libri, nei quali esagerandosi il metodo Legendre, al rigore del ragionamenti si è sostituito il meccanismo del processo aritmetico.
Lo scopo degli insegnamenti matematici non è di affastellare nozioni in modo supposto efficace, ma svegliare nei nostri giovani il gusto delle nozioni nettamente determinate e l'abitudine del rigore nel raziocinio. Per l'edizione gli autori si avvalsero della traduzione di Vincenzo Viviani. Brani di Clairaut, Galileo, Pascal sono commentati nell'introduzione. Ai libri piani e solidi di Euclide veniva aggiunta la misura del cerchio di Archimede. Alla fine di ogni libro sono posti una serie di esercizi. Il primo esercizio del primo libro è il seguente: La somma delle rette condotte da un punto situato nell'interno di un triangolo ai tre vertici è minore della somma dei tre lati e maggiore delle metà di quest'ultima somma.

Bibliografia: V. Vita, I programmi di matematica per le scuole secondarie dall'Unità d'Italia al 1986, Bologna, Pitagora, 1986.
Luigi Pepe

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